È un plebiscito per l’indipendenza del Kurdistan iracheno
Il governo centrale iracheno, ostile al referendum, ha imposto alle autorità della regione del Kurdistan di cedere la gestione dei loro aeroporti, prima di ricorrere ad un blocco degli scali. Il governo ha anche deciso di mettere sotto il controllo delle autorità federali i valichi di frontiera tra la regione del Kurdistan e altri Paesi.Il presidente turco Erdogan, da parte sua, ha usato parole durissime, affermando che solo Israele ha sostenuto il referendum e paventando che il voto possa scatenare una guerra. Contrari all’indipendenza sono anche Russia e Usa, come pure gli altri Paesi della regione.«L’Iran si oppone a qualsiasi mossa che possa portare a un cambiamento delle frontiere geografiche in Medio Oriente e alla disgregazione dei Paesi della regione». Lo ha detto il ministro iraniano della Difesa, in un incontro con l’ambasciatore turco a Teheran, nel quale è stato affrontato anche il tema del referendum. Il ministro iraniano ha ribadito che «la politica principale dell’Iran è quella di rispettare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale dei Paesi regionali», ma il referendum nel Kurdistan «è stato come giocare nelle mani dei terroristi dell’Isis e dei loro alleati regionali e internazionali». Secondo il ministro, inoltre, «il voto crea problemi alle nazioni dell’area, ma soprattutto ai popoli curdi dell’Iraq».Come prima reazione ufficiale del governo di Baghdad dopo il referendum per l’indipendenza del Kurdistan tenuto nella regione autonoma, il premier Haidar al Abadi ha detto che le autorità di Baghdad «non intendono discutere con Erbil dei risultati del referendum», perché quest’ultimo «è incostituzionale». Abadi è tornato ad accusare le autorità curde di «istigare il caos e la sedizione» all’interno del paese.