Meeting Internazionale Antirazzista di ARCI a Cecina: i giovani al centro

Meeting Internazionale Antirazzista di ARCI a Cecina: i giovani al centro

Sono 6, tra i 15 e 17 anni, e sono il gruppo rap tutto al femminile dell’associazione Shoruq e sono state tra i protagonisti al Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina.
 Un’edizione incentrata sulla cittadinanza, che ha caratterizzato i 5 giorni di ARCI al Parco della Cecinella. È stato proprio questo tema, così attuale e di grande interesse, unito alla scelta di far parlare i giovani delle nuove generazioni e alla presenza di tanti artisti, a portare al Meeting un pubblico numeroso e composto per la maggior parte da ragazze e ragazzi, che si sono potuti confrontare con i loro coetanei sul palco, e che hanno assistito agli spettacoli e alle performance artistiche.Tante le persone che in questi cinque giorni sono state al Parco della Cecinella, nonostante la pioggia e le basse temperature che hanno segnato questa fine di giugno, per partecipare al Meeting: oltre 1500 quanti sono intervenuti per partecipare ai dibattiti con i rappresentanti delle Istituzioni e delle realtà associative, ricercatori, docenti e giornalisti (con un deciso aumento rispetto all’ultima edizione); più o meno 2500 gli spettatori dei concerti e poco più di un centinaio ai laboratori.Giovedì 29 giugno, il dibattito sull’identità ha segnato il maggior numero di presenze: sala gremita per ascoltare i tanti relatori, tra cui rappresentanti del CoNNGI (Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane) e del Movimento Italiani senza Cittadinanza, la presidente nazionale di ARCI Francesca Chiavacci, che ha ribadito l’impegno dell’Associazione per lo Ius Soli e il rapper bresciano di seconda generazione, Tommi Kuti, nuova stella del rap italiano.Grande successo anche per la prima serata del Meeting, con il concerto rap degli Assalti Frontali, preceduti dalle giovanissime rapper palestinesi dell’associazione Shoruq, che lavora per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel campo profughi di Deisheh, a Betlemme, con il supporto di ARCI Toscana.Anche quest’anno si è confermato il successo dei seminari organizzati dall’Atlante delle Guerre e dei Conflitti, che ogni mattina hanno portato al Meeting giornalisti e non solo, per approfondire le cause dei processi migratori e per trovare le parole migliori per affrontare questo tema dei migranti con serietà e correttezza.Soddisfatto il presidente di ARCI Toscana, Gianluca Mengozzi: “Il Meeting Internazionale Antirazzista, dopo 23 anni, è ancora in perfetta salute. Anzi, la grande partecipazione di tante ragazze e tanti ragazzi, quest’anno, ci ha dimostrato che è ancora un appuntamento necessario e molto sentito nella nostra Regione, che certo è un territorio particolare, in cui l’attenzione al volontariato e ai temi della solidarietà è certamente alta, più che nel resto del Paese forse. L’attualità ci dimostra che servono decisamente spazi in cui parlare di questi temi approfondendo, fornendo a chi partecipa gli strumenti per leggere la realtà nella maniera corretta, senza cedere alle semplificazioni dei media e di gran parte della politica. Non per nulla – continua Mengozzi – in questi giorni ci siamo posti il problema di come fornire una rappresentazione dei temi delle migrazioni, dell’integrazione, dell’accoglienza e del diritto il più completa possibile. E la presenza di un pubblico eterogeneo e numeroso ci ha dimostrato che questa è la strada giusta. Perché se realmente vogliamo incidere e migliorare la società, dobbiamo trattare questi fenomeni in tutta la loro complessità, magari trovando nuovi modi, linguaggi diversi, ma senza banalizzare. Altrimenti non faremo un buon servizio a quei tanti giovani che dimostrano di voler capire il mondo che li circonda e che si impegnano per migliorarlo. Un ringraziamento particolare, a questo proposito, va alle ragazze e ai ragazzi del CoNNGI e del Movimento Italiani senza Cittadinanza. La loro presenza, la loro energia e la loro volontà di partecipazione sono stati la risposta più bella ed efficace contro quanti si oppongono al necessario riconoscimento dei loro diritti e alla conseguente crescita dell’intero Paese in termini di civiltà”.

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