30/06 – Stia (AR) – TELEPARI: LA RETE DELL’UGUAGLIANZA
Intervista a Silvia Stilli, Portavoce AOI Cooperazione e Solidarietà Internazionale (26 Giugno 2014, a cura dell’associazione Carretera Central) 1.Finalmente dopo 20 anni si è sbloccata la riforma della cooperazione allo sviluppo italiana. Quali sono le novità importanti del disegno legge approvato dal Governo Letta lo scorso gennaio?Ieri il disegno di legge governativo, con le modifiche di questi mesi, è stato approvato in aula in Senato, dopo il passaggio in Commissione Esteri e in Commissione Bilancio. Adesso è alla Camera, per poi tornare per la seconda lettura al Senato. E’ una riforma strutturale, in cui strumenti, mission, interpretazione delle politiche di cooperazione allo sviluppo dell’Italia subiscono un radicale cambiamento. La cooperazione non è più semplicemente allo sviluppo, definito ora sostenibile; è internazionale, con un posto centrale per le relazioni istituzionali, territoriali e delle persone; è per i diritti umani e la pace, orizzonte ampio che chiama ad una partecipazione e corresponsabilizzazione di Governo, società civile, istituzioni decentrate e attori profit. Resta all’interno del Ministero Affari Esteri come azione strategica della nostra politica estera: nasce il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Essenziale novità è l’istituzione di un Viceministro con delega alla cooperazione internazionale, che partecipa di diritto al Consiglio dei Ministri (senza poter votare, ovviamente) quando vengono trattati temi legati alla sua delega. Per garantire la coerenza complessiva delle politiche del Paese nel rapporto con le scelte di cooperazione internazionale c’è il Comitato Interministeriale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri: indica e verifica la coerenza tra gli impegni finanziari previsti nella legge di stabilità e gli indirizzi e le priorità della programmazione triennale delle linee guida di cooperazione internazionale, proponendo anche le modalità di ripartizione dei fondi tra i Ministeri. Nella direzione della condivisione e partecipazione va l’istituzione del Consiglio nazionale e della Conferenza nazionale triennale, che prevedono la presenza attiva degli attori del ‘sistema’. L’Agenzia: fin da quando anni fa si è cominciato a parlare di questo ‘strumento’ di gestione dei fondi dedicati alla cooperazione allo sviluppo, sulla base di similari esperienze già in essere in altri Paesi europei, le ong si sono espresse favorevolmente. La centralità dell’Agenzia nel processo di riforma lo esprime bene l’articolo dedicato, il 16: risponde dell’attuazione delle politiche di cooperazione internazionale allo sviluppo sulla base dei criteri di efficacia, economicità, unitarietà e trasparenza. L’insieme di questi elementi di novità è un ‘unicum’ che garantisce un percorso di riforma effettivo atteso dal 1987! E’ un primo importante passo per ‘attrezzare’ il sistema complessivo italiano, pubblico e privato, ad affrontare le sfide globali che caratterizzeranno il post 2015, di risposta alle emergenze delle povertà diffuse e alla salvaguardia del pianeta, per dare consistenza alla pace e ai diritti per tutti. 2. Quali solo le principali osservazioni avanzate in merito alla riforma, da parte del mondo del terzo settore, e quali i margini di miglioramento?In queste ore, a seguito della discussione e approvazione del disegno di riforma in Senato, in vista del percorso in avvio alla Camera le reti e rappresentanze di ong intendono riproporre alcuni miglioramenti già indicati ai gruppi al Senato e al relatore stesso Giorgio Tonini, ma che non sono nella versione approvata ieri. Per esempio, nel testo è riemerso il concetto di ‘aiuto per lo sviluppo’, che culturalmente riporta alle posizioni che questa stessa legge di riforma vuole modificare, ponendo invece l’accento sulle relazioni di sistema e sul partenariato in dimensione globale e sulla coerenza delle politiche. Non intendiamo certo stravolgere il testo, ma alcune modifiche vanno inserite. Per sempio, all’art. 24 che riguarda gli ‘attori altri’, in riferimento ai soggetti sociali di cooperazione, alle associazioni, alle ong come soggetti di riferimento per la concessione dei contributi da parte dell’Agenzia si parla di costituzione di ‘elenchi’: non si indicano gli effetti di questa iscrizione con il rischio che decadano insieme alla legge 49/87 tutte le normative di sostegno che erano previste. Per primo il mantenimento dello status di onlus di diritto, con conseguenti ripercussioni generali come per esempio la possibilità di accedere al 5 per mille. Non ravvisiamo intenti del legislatore o di altri volti ad escludere o limitare l’azione degli attori sociali, quanto invece la difficoltà a leggere in maniera comparativa ed evidenziare gli intrecci tra le varie anime del Terzo Settore (quindi le varie leggi e normative in vigore) che sono anche agenti di solidarietà, cooperazione e volontariato internazionale. Il dibattito è aperto e l’AOI, che è una realtà associativa ampia per numero e varietà di attori che rappresenta, in prima linea ha concordato un percorso di condivisione con il Forum del Terzo Settore sul tema della sussidiarietà nelle politiche tutte, italiane ed europee.3. Parlando delle linee guida di riforma del terzo settore, qual è la posizione delle organizzazioni non governative e delle associazioni impegnate nella cooperazione e solidarietà internazionale?Abbiamo accolto favorevolmente l’avvio di questo percorso di riforma-quadro, soprattutto perché si collega al cammino di riforma della cooperazione internazionale e rafforza le istanze e le proposte degli attori sociali impegnati su questo tema. Aggiornare la legislazione sul volontariato, come sulla promozione sociale e altro deve significare rafforzare e valorizzare, non certo penalizzare, gli attori sociali di riferimento: per questo come ong stiamo dentro il percorso di interlocuzione sulle linee guida di riforma che il Forum del Terzo Settore sta portando avanti con il Governo e il Parlamento.— VOLONTARIATO SENZA FRONTIERERiflessioni dal mondo del volontariato internazionale in ToscanaNewsletter n.2/2014 – La riforma della cooperazione internazionale allo sviluppo immagine: (Aula del Senato della Repubblica Italiana, Fonte esteri.it)