Terzo Settore, le proposte dell’Arci

Terzo Settore, le proposte dell’Arci

Il 7 Ottobre 2014 inizia il 35° corso di formazione per volontari ospedalieri dal titolo ‘La presa in carico del bisogno – il volontario vicino alla disabilità’ 
 A introdurlo, di fronte a numerosi parlamentari della Commissione Affari Sociali e dell’Intergruppo parlamentare sul terzo settore, alla presidente nazionale Francesca Chiavacci e a diversi dirigenti dell’Arci, l’onorevole Paolo Beni, già presidente della nostra associazione.Beni, nel sottolineare l’utilità di un confronto costante con le organizzazioni sociali interessate dal DDL delega sul terzo settore, ha fatto presente che molte delle osservazioni avanzate dalle associazioni e dal Forum del terzo settore nella fase di ‘consultazione’ sulle linee guida del DDL sono state recepite nel testo depositato. Ma ha sollecitato a non dimenticare che si tratta di una legge delega, che enuncia quindi dei principi che poi devono trovare concreta definizione dei decreti attuativi. Ha informato che l’iter del provvedimento inizierà alla Camera nelle prossime settimane, che l’unica commissione referente sarà quella Affari Sociali, mentre tutte le altre dovranno esprimere solo un parere consultivo. L’obiettivo è quello di approvarlo entro novembre, dopodiché ci vorrà un anno per tutti i decreti attuativi. Durante tutto questo periodo è possibile avanzare ulteriori proposte migliorative. Il giudizio di Beni sul DDL è largamente positivo, innanzitutto perchè risponde a una esigenza diffusa di armonizzazione di una materia oggi estremamente frammentata. Francesca Chiavacci ha spiegato che l’incontro con l’intergruppo risponde anche all’esigenza di raccontare una realtà complessa, come quella dell’Arci, che non tutti conoscono, e che presenta delle peculiarità che andrebbero tenute presenti nella definizione del provvedimento legislativo. Se storicamente il nostro insediamento territoriale si basa sull’organizzazione del tempo libero e di momenti di socialità, oggi si caratterizza per una varietà di attività, finalizzate a promuovere partecipazione e cittadinanza attiva. In particolare, la presidente nazionale ha sottolineato la necessità di prestare particolare attenzione a tre temi: quello della fiscalità che, in base a un’interpretazione discutibile dell’attività economica non profit e di ciò che va considerato commerciale, ci ha già fortemente penalizzato; quello dell’impresa sociale, i cui confini vanno definiti con maggiore precisione; e infine il tema delle risorse, nel testo attuale previste in misura assolutamente insufficiente. Dopo Chiavacci, sono intervenuti altri nostri dirigenti, che hanno approfondito alcuni punti, come la definizione di cos’è non profit (che va fatta a partire dalle pratiche che vengono svolte); la necessità di non costringere entro un recinto troppo stretto l’individuazione degli ambiti di attività da considerarsi non profit; la necessità di salvaguardare l’autonomia gestionale, comprese le iniziative di autofinanziamento; il ruolo e le attività delle società di mutuo soccorso, che la nuova legislazione in materia regolamenta in maniera troppo rigida; la revisione della parte che riguarda l’impresa sociale, dove esistono ambiguità rispetto al ruolo dei privati, col rischio di far prevalere criteri puramente economicisti. Negli interventi conclusivi, i parlamentari hanno confermato l’importanza di mantenere una interlocuzione costante durante tutto l’iter del provvedimento, lavorando insieme sui punti critici messi in evidenza nel corso del dibattito.  

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