Chiavacci, “Necessaria una rivoluzione culturale per affrontare con maturità la questione migranti”

Chiavacci, “Necessaria una rivoluzione culturale per affrontare con maturità la questione migranti”

 Domenica 25 ottobre, giornata di chiusura di Novo Modo, si è parlato di migranti, con l’incontro “Migranti: aprire non serrare. Costruire ponti, abbattere muri” che ha visto confrontarsi i rappresentanti delle principali realtà impegnate nell’accoglienza, tra cui la presidente nazionale di Arci Francesca Chiavacci.”Quella che l’Europa sta portando avanti non è una politica di accoglienza, ma una politica di contenimento che si appoggia su un pericoloso binomio, costituito da esternalizzazione e de-localizzazione delle frontiere”, ha esordito Chiavacci, che nel suo intervento ha parlato dei problemi culturali che in Europa stanno impedendo una riflessione approfondita e una conseguente gestione efficace della questione.”Di fatto, l’Europa sta cercando di tamponare un fenomeno che, se da un lato è inarrestabile, dall’altro non viene affrontato nelle sue cause, ma gestito sull’onda dell’emergenza. Questo – ha continuato – comporta un doppio livello di difficoltà per quelle associazioni come la nostra che operano nell’accoglienza: da un lato dobbiamo rapportarci col Governo nazionale che non riesce ad affrontare la questione immigrazione come una questione politica strutturale, dall’altro dobbiamo rapportarci coi cittadini, con un Paese afflitto dalla crisi, in cui il racconto del fenomeno migratorio fa leva su paura e sicurezza, creando pericolose associazioni tra flussi migratori e livello di sicurezza percepito”.”Un racconto”, sottolinea la presidente Arci, “fondato su numeri gonfiati, ben lontani da quella che è la reale entità del fenomeno, ben nota agli operatori dell’accoglienza, ma che diventa funzionale alle esigenze elettorali di una classe politica che del linguaggio più umorale ha fatto la propria cifra distintiva”.”Non mi riferisco solo alla Lega, al linguaggio violento della destra – ha proseguito la presidente Arci – ma anche a una sinistra che ha perso la capacità di far fronte al pesante arretramento culturale dell’Italia, alla cui logica e ai cui termini, invece, si adegua con distinguo e tentennamenti. Sarebbe necessario fare una profonda riflessione sull’humus culturale che respiriamo oggi in Italia, e iniziare a lavorare in maniera seria e strutturale per una rivoluzione culturale che riduca il più possibile la semplificazione e faccia percepire che in realtà i migranti sono una ricchezza per l’Italia: con il loro patrimonio di competenze e di saperi, rappresentano un’opportunità di crescita per il Paese, che la classe politica dovrebbe essere in grado di cogliere. E invece assistiamo a una timidezza notevole, per non parlare di immaturità, nell’affrontare questi temi, da parte di una classe politica che non riesce a non guardare alla pancia del Paese, impaurito dalla crisi economica. Così si spiega la crescita esponenziale di partiti come la Lega in realtà come la Toscana, da sempre regione dell’accoglienza e della partecipazione e che alle regionali scorse ha assistito, da una lato, a un astensionismo preoccupante, dall’altro a un aumento vertiginoso dei voti del partito di Salvini, fino ad ora del tutto irrilevante in questi territori. Sul versante nazionale, l’arretramento cui abbiamo assistito nel caso dell’approvazione della legge sulla cittadinanza alla Camera nelle scorse settimane, non è stata che l’ennesima prova di quanto la politica ormai cerchi di inseguire il consenso piuttosto che di governare”.Insieme alla presidente nazionale di Arci, Francesca Chiavacci, i relatori dell’incontro sono stati Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia; Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto di asilo; Oliviero Forti, Responsabile Ufficio Immigrazione di Caritas Italiana e Cristina Molfetta, referente dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti. 

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