Beni, ” Ricostruire nella società un progetto di cambiamento”
Arci Siena e Movimento Pansessuale presentano, dal 10 al 18 maggio, nell’ambito delle attività previste dall’Osservatorio Provinciale contro le Discriminazioni, la ‘Settimana contro l’Omofobia’, con il patrocinio della Provincia di Siena.
Non che sia disdicevole in assoluto che i partiti trovino punti di intesa nell’interesse generale. Ma la situazione italiana, segnata da un’emergenza economica e sociale pesante e da una crisi democratica resa ancor più drammatica dall’onda di sfiducia emersa dal voto, richiedeva un cambio di rotta radicale. La soluzione c’era: un governo di svolta per far fronte all’emergenza sociale e larghe intese sulle riforme istituzionali. Ad affossarla ha contribuito non solo il nuovo equilibrio tripolare del parlamento o la riottosità dei 5 stelle a sostenere un governo con il centrosinistra, ma soprattutto le spaccature nel PD e il comportamento indegno di una parte dei suoi eletti nel voto per il capo dello stato. Restavano solo due alternative: tornare al voto senza aver risolto alcuno dei problemi sul tappeto o fare un governo che provasse ad affrontarli. Si può discutere se la strada scelta sia una resa alla destra o un atto di responsabilità nell’interesse del paese. Intanto il centrosinistra si è diviso. In questo difficile contesto Letta ha composto un esecutivo con un forte rinnovamento generazionale e di genere, ha coinvolto alcune figure nuove e competenti, ha fatto scelte di valore simbolico come quella della delega sull’immigrazione a Cecile Khyenge, la prima ministra nera. Certo, non basta questo a promuovere il nuovo governo. Ci sono i limiti, l’assenza di segnali di apertura al mondo del lavoro, un programma per ora fatto soprattutto di buone intenzioni, e i ministeri chiave affidati a persone che non garantiscono la necessaria discontinuità rispetto alle scelte fin qui perseguite. E naturalmente, il ritorno in campo del centro destra e di Berlusconi. Il nuovo esecutivo a questo punto, in ogni caso, da oggi in poi andrà valutato sulle scelte concrete che farà. Un governo sostenuto da forze che restano alternative e in competizione è un’anomalia. C’è bisogno di una sinistra che non dimentichi i suoi valori non negoziabili e non rinunci ad avere un progetto e un’idea di società. Nelle istituzioni, questo vuol dire incalzare l’azione del governo rivalutando il ruolo del parlamento in una sana dialettica democratica. Ma è anzitutto nella società che si dovrà lavorare per ricostruire un progetto di cambiamento e dare nuova unità e rappresentanza ai soggetti sociali e ai loro diritti. Paolo Beni