Arci, “Bene la nomina di Cécile Kyenge al Ministero dell’Integrazione”
A due mesi dal voto, l’Italia ha un nuovo governo. Nasce da quelle larghe intese che il centrosinistra escludeva fino a pochi giorni fa e che oggi sostiene in virtù di un stato di necessità. Non è il governo di cambiamento che il paese aspettava.
“In questi anni c’è stato un progressivo peggioramento delle politiche per l’immigrazione e l’asilo, oltre che per le scelte strumentali e demagogiche della destra razzista, anche per l’assenza di un indirizzo unitario, di una sede di governo che coordinasse in maniera autorevole le politiche in questa materia.Tanti sono stati invece i ministeri che hanno gestito parti di questa materia e tutti molto gelosi delle rispettive competenze. Particolarmente negativo ci sembra il ruolo sempre più importante assunto dal Ministero dell’Interno a causa di una lettura dell’immigrazione in chiave tutta securitaria e di controllo. Siamo però convinti che la nomina della prima donna nera di origine straniera alla guida di un Ministero – e a Cécile Kyenge vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro – sia una occasione straordinaria per trasferire le competenze principali e le (poche) risorse dagli altri ministeri a quello dell’Integrazione. Gran parte degli interventi rimarrebbero comunque di competenza dei diversi ministeri, perché le persone di origine straniera non devono essere oggetto di politiche speciali: nei loro confronti vanno infatti attuate le indicazioni dell’art.3 della nostra Costituzione, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dell’uguaglianza. Tuttavia la gestione dei fondi europei, dei titoli di soggiorno, il riconoscimento della cittadinanza, gli interventi di accoglienza e quelli a favore dell’integrazione, devono essere saldamente coordinati da un unico ministero e non può che essere quello dell’Integrazione.Trasferire il coordinamento delle politiche su immigrazione e asilo all’Integrazione; ricondurre l’indirizzo dell’UNAR nell’ambito della discriminazione razziale allo stesso Ministero; spostare la gestione dei fondi europei destinati ai capitoli di riferimento e trasferire contemporaneamente le competenze su cittadinanza e titoli di soggiorno ai sindaci: queste le principali decisioni che rappresenterebbero, in coerenza con la nomina di Cecile Khyenge, una vera svolta in questa materia. Auspichiamo inoltre che sotto la spinta di questa novità, e della posizione già espressa dalla stessa neo Ministro, con il contributo di altri importanti esponenti del governo, tra i quali il presidente del Comitato Promotore della Campagna ‘L’Italia sono anch’io’, Graziano Delrio, si possa finalmente in Parlamento avviare una discussione positiva sulle due leggi di iniziativa popolare depositate nella scorsa legislatura sul diritto di voto alle amministrative e sulla riforma della cittadinanza.”