Unioni Civili, “Con Alfano si torna al Medio Evo”

Unioni Civili, “Con Alfano si torna al Medio Evo”

Dal 17 al 19 ottobre (dalle ore 10 alle ore 19.30) in Via Sant’Apollonia 25/a si svolgerà ‘Novo Modo: la responsabilità di tutti’, dialoghi per la costruzione di un nuovo modello sociale partecipato. Progetti, idee, azioni, esperienze per passare dalla speranza ai fatti.Salvaguardia dell’ambiente, promozione di una finanza e di una economia eticamente orientate, cultura della legalità e lotta alle mafie ed alla corruzione, centralità del lavoro nei processi di crescita sociale, cittadinanza attiva e welfare generativo, politiche di coesione e di inclusione per la costruzione di una Europa dei popoli: temi discussi e dibattuti, ma che oggi, più di ieri, rappresentano le grandi sfide che l’umanità si trova ad affrontare.Novo Modo vuole semplicemente essere un invito ed una occasione per riflettere su queste sfide e rilanciare una più incisiva collaborazione tra persone ed organizzazioni interessati e determinati a costruire un nuovo modello di società sostenibile.Novo Modo è promossa da Acli, Arci, Banca Popolare Etica, Caritas italiana, Cisl, Fondazione Culturale Responsabilità Etica e Legambiente.Tra gli incontri in particolare segnaliamo:Sabato 18 ottobre alle ore 12: Europa: un patto sociale per la pace.Il modello di Europa sociale, del welfare, dei diritti e della pace pensato dai padri fondatori sembra sempre più lontano, travolto dalle multiple crisi di questi anni, da quella finanziaria a quella democratica passando per quella ambientale, dai conflitti, dalla mancanza di una visione comune. Quali sono le sfide principali che l’UE dovrà affrontare nei prossimi anni? Quali percorsi si potrebbero mettere in piedi, anche partendo dal locale, per invertire la rotta?partecipano: Francesca Chiavacci, Stanislao Sturaitis, Susan George, Ugo BiggeriConduce il dialogo Claudia Vago, Social Media Curator @tigellaTutte le informazioni su:www.novomodo.orginfo@novomodo.orgfacebook: NovoModotwitter: novo_modo    
 “La nostra legislazione nazionale in materia – prosegue Chiavacci – continua ad essere molto arretrata, nonostante il presidente del Consiglio in più occasioni abbia dichiarato l’impegno di introdurre significativi miglioramenti, per avvicinarla a quella della maggior parte degli altri paesi europei. Sono stati invece i sindaci di molti comuni a prendere atto della realtà, sia attraverso l’introduzione dei registri delle unioni civili, che attraverso il riconoscimento dei matrimoni celebrati all’estero.Oggi si vorrebbe vanificare tutto questo lavoro attraverso un intervento che viola ogni principio di autonomia degli Enti locali.Ci chiediamo poi dove stia la necessità e l’urgenza di emanare, da parte del ministro degli Interni, un provvedimento di questo tipo, a meno che non consideri un tema che riguarda i diritti civili un problema di ordine pubblico. Ancora una volta il governo non solo non mantiene le promesse, ma addirittura adotta provvedimenti che ne rappresentano il capovolgimento”. “L’Arci – conclude Chiavacci – è al fianco dei sindaci che non intendono annullare le trascrizioni e si impegnerà, nei prossimi giorni, ad organizzare momenti di mobilitazione nelle città contro questo gravissimo provvedimento”.

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