Il Forum Toscano del Terzo settore incontra Enrico Rossi

Il Forum Toscano del Terzo settore incontra Enrico Rossi

Progetto finanziato nell’ambito del FER III 2008 Azione 3.1.c “Realizzazione presso i Centri di accoglienza per Richiedenti Asilo o i Centri territoriali dello SPRAR di servizi per la riabilitazione di vittime di tortura e per il supporto di donne sia singole che in famiglia”Perché questo progetto?Quasi tutti i richiedenti e beneficiari di protezione internazionale hanno subito traumi di vario grado (traumi, traumi estremi, violenza, tortura) a causa dei quali si possono manifestare disturbi come depressione, ansia, psicosi, dissociazione, la sindrome da stress post-traumatico (PTSD – Post trauma stress disorder) e disturbi da stress estremo non altrimenti specificati (DESNOS – disorders of extreme stress non otherwise specified). Si ritiene che 1 rifugiato su 10 sia affetto dalla sindrome da stress post-traumatico, mentre un 5% soffra di gravi forme depressive.In questo contesto le donne soffrono di una vulnerabilità ancora maggiore a causa di traumi aggiuntivi (violenze sessuali in patria o durante la fuga, MGF , ecc.) e a causa di situazioni di discriminazione “ordinaria” pregresse nei loro Paesi di provenienza. La stragrande maggioranza delle donne che arrivano in Italia sono in età riproduttiva, cosa che, in caso di gravidanze, può portare ad ulteriori complicazioni in particolare per nuclei monoparentali (assenza di reti familiari, problemi psicologici e sanitari).Le donne rappresentano quasi il 30% dei richiedenti protezione internazionale. All’interno dei progetti SPRAR il 26% dei beneficiari sono donne, le quali salgono al 46% nelle categorie vulnerabili.I percorsi di accoglienza e di integrazione delle donne sono caratterizzati da una maggiore complessità e difficoltà, aggravata dalla mancanza di servizi socio-sanitari specifici (in particolare per quanto riguarda un orientamento transculturale o etnopsichiatrico dei servizi da un lato e competenze specifiche nell’identificare traumi, violenze e torture dei servizi sanitari dall’altro).Cosa propone questo progetto?Il sostegno ai processi di inclusione sociale degli immigrati è uno degli obiettivi strategici della Regione Toscana.La legge regionale sull’immigrazione prevede tra altro interventi specifici di assistenza e accoglienza a richiedenti asilo, status di rifugiato o protezione sussidiaria, così come l’esercizio del diritto alla salute (in particolare l’adozione di strumenti per il riconoscimento e la valutazione dei bisogni di salute specifici dei cittadini immigrati così come la formazione all’intercultura del personale socio-sanitario, medico e paramedico prevedendo in generale l’adattamento dei servizi socio-sanitari ad un’utenza pluriculturale).Questo progetto si propone di sperimentare specifici percorsi di sostegno per richiedenti e beneficiari di protezione internazionale affetti da traumi, con un’attenzione particolare alle donne, per facilitare il loro inserimento socio-culturale. Si tratta di sensibilizzare e informare gli operatori socio-sanitari dei territori coinvolti riguardo alle necessità specifiche delle richiedenti asilo e rifugiate, sulla loro situazione, sui traumi di vario genere e grado a cui possono essere state soggette. Allo stesso tempo si mirerà a favorire l’elaborazione e il superamento di esperienze traumatiche che spesso ostacolano o addirittura bloccano ogni percorso di autonomia. Si cercherà di promuovere la creazione di reti territoriali per un approccio transculturale dei servizi socio-sanitari. Si tenterà inoltre a favorire l’emancipazione e la presa di coscienza delle donne richiedenti asilo e rifugiate riguardo alle loro capacità e potenzialità.Il progetto prevede interventi sinergici in campo socio-sanitario, educativo, formativo e ricreativo, articolati in percorsi ad personam.Le azioni:

  • Realizzazione di seminari territoriali rivolti agli operatori socio-sanitari, personale medico e paramedico.
  • Attivazione di servizi di consulenza etnopsichiatrici e/o transculturali per i richiedenti e beneficiari protezione internazionale che necessitano di interventi specifici
  • Realizzazione di corsi di italiano L2 di 2 livelli combinati con un corso di informatica, articolati in 2 moduli di 20 ore ciascuno, a piccoli gruppi, con un approccio non formale e comunicativo e tutoraggio individualizzato
  • Realizzazione di gruppi di auto aiuto rivolti a donne finalizzati alla (ri)costruzione/ rafforzamento dell’autostima e all’empowerment.
  • Creazione di un sito web con area FAD

Per facilitare la frequenza delle donne beneficiarie del progetto e la loro partecipazione alle attività educative e formative sono previste alcune misure specifiche: per chi conclude il percorso individualizzato concordato è prevista l’erogazione di un voucher; le donne con figli piccoli potranno usufruire di servizi di babysitting. Progetto co-finanziato dall’Unione Europea Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’ImmigrazioneFondo Europeo per i Rifugiati
Il Forum Toscano del Terzo settore è attivo in Toscana dal 2000 e rappresenta le maggiori realtà dell’associazionismo, della cooperazione e del volontariato. Ne fanno parte: Acli, Agesci, Arci, Anpas, Avis, Auser, CNCA, CNV (Centro Nazionale Volontariato), Federsolidarietà-Confcooperative, Legacoop (ANTSC), Legambiente, Libera, MCL, Movimento Consumatori Toscano, Federazione RegionaleMisericordie, Uisp ed altre associazioni hanno già chiesto di farne parte. Il Forum ha rapporti con gli enti locali e in particolar modo con la Regione Toscana, con cui ha stipulato un Protocollo d’intesa nel 2003. Scopo del Forum è di farsi portavoce delle esigenze e delle richieste del terzo settore che rappresenta. Il terzo settore svolge attività fondamentali per il benessere dei cittadini. C’è una straordinaria complessità di offerte. Da servizi irrinunciabili che si misurano con situazioni difficili e che interessano tutte le categorie di persone, ad attività via via più semplici che riguardano l’intrattenimento e la socialità, ma che sono spesso fondamentali per definire la cultura diffusa e l’identità di un territorio.Esiste una rivendicazione che attraversa, in maniera trasversale, le strutture che operano nel terzo settore. E’ la richiesta alle istituzioni di essere attente e tutelare gli interventi sociali intendendo con questo termine un ampio settore che comprende attività socioculturali, sociosanitarie, ambientali, ricreative, sportive.Queste attività sono molto apprezzate e praticate dai cittadini. Tutte le inchieste dimostrano lo straordinario consenso di cui godono questi interventi e le associazioni che li organizzano. Ma sono spesso vissute dalle istituzioni pubbliche come “un lusso”, un aspetto interessante ma superfluo. Basti solo pensare quanti anni ci sono voluti per arrivare a riconoscere l’esistenza di “un terzo settore”, con peculiarità diverse dal pubblico e dal privato nonostante che alcune associazioni siano attive da centinaia di anni.La riprova dell’importanza del terzo settore la si ha proprio analizzando le difficoltà che emergono nei territori carenti di una vita associativa democratica. In quei luoghi si assiste ad un moltiplicarsi delle marginalità e contraddizioni. In realtà la presenza del terzo settore amplifica la dimensione, le competenze e la qualità dello spazio pubblico.Questo mondo pone una domanda di protagonismo alle istituzioni che comporta una riforma della vita pubblica. Si sono moltiplicati i modi, i luoghi e gli attori della società civile. Non siamo contro i partiti, che devono riformarsi, ma hanno una funzione importantissima per i percorsi democratici di una comunità. Si deve, tuttavia, prendere atto che, in forme da definire, occorre trovare strumenti nuovi, che prevedano una cessione di sovranità alle associazioni su alcune materie e che non si limitino alla sola consultazione ma che prevedano un ruolo più forte e decisionale del mondo associativo. Si tratta di un tema delicato e difficile. L’obbiettivo non è quello di una difesa corporativa del terzo settore, ma di facilitare la partecipazione dei cittadini e aumentare la qualità dei servizi del welfare.L’utilità del terzo settore emerge ancora con maggiore forza in periodi di crisi come quello attuale. Ci sono meno risorse economiche, aumentano le tensioni soprattutto tra i settori più fragili di popolazione, si moltiplica la richiesta di servizi sociali. Occorre saper gestire i conflitti, bisogna costruire nuovi modelli di comunità ancorati a valori condivisi, occorre rafforzare i legami sociali, i percorsi di partecipazione e gli interventi di solidarietà. Si combattono la precarietà e le paure anche scommettendo sulla qualità delle relazioni tra gli uomini. Per tutto questo il terzo settore può rappresentare una risorsa straordinaria. Esso va vissuto come uno strumento che fa crescere la qualità dello spazio pubblico e le offerte del welfare locale e non come mero fattore di risparmio economico.Va inoltre sottolineato che la grande diffusione del terzo settore è una peculiarità toscana. Da noi infatti, come in nessun altra regione d’Europa, esiste un tessuto diffuso e tradizionale di associazioni in tutti i campi di intervento sociale, con orientamenti culturali e religiosi diversificati e con un pluralismo di riferimento politico. Convivono insieme e si rafforzano a vicenda piccoli gruppi di interesse locale e grandi sistemi associativi, che sviluppano al loro interno volontariato, partecipazione, professionalità, impresa e che rappresentano un importante bacino di posti di lavoro. Non va sottovalutato che il terzo settore per sua natura ha bisogno di lavoro svolto da persone assai più che industria e agricoltura, che tendono a sostituire l’intervento umano con l’utilizzo di tecnologie. Per questi motivi illustri economisti ipotizzano per il futuro il terzo settore come uno dei pochi ambiti capaci di produrre posti di lavoro.Naturalmente sottolineare le potenzialità del terzo settore toscano non equivale a non vedere anche le criticità. Per svolgere un ruolo significativo nella società toscana le associazioni, a partire da quelle più estese e complesse, devono fare un salto di qualità. Il rinnovamento deve essere anzi una tendenza sempre presente nelle associazioni per renderle adeguate a rispondere alle sfide della società moderna, che è in rapido e spesso difficile processo di trasformazione. Nascono strumenti che possono aiutare questi percorsi. Segnaliamo con favore il fatto che sia nata a Siena una Fondazione dedicata al terzo settore e con cui il Forum ha aperto una proficua collaborazione.

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