Si Crea – Cittadini e Cittadine Responsabili e Attivi

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SI CREA – CITTADINI E CITTADINE RESPONSABILI E ATTIVI

 

 

Secondo la voce contenuta nel Nuovo dizionario di mafia e antimafia, curata da Umberto Santino, per antimafia sociale si intende l’insieme delle «forme di mobilitazione e di lotta che si scontrano con la mafia nel contesto del conflitto sociale» e si colloca all’interno del più grande contenitore costituito dall’antimafia civile con cui si può definire «la mobilitazione contro la mafia che vede come attori gruppi di cittadini, più o meno formalmente organizzati».

Tra le varie esperienze, l’antimafia sociale annovera le attività svolte da gruppi e associazioni operanti sul territorio, che vanno dal lavoro con i bambini, gli anziani e le donne all’autogestione di spazi abbandonati e alle lotte per l’occupazione e per il risanamento dei quartieri degradati, al riconoscimento dei diritti civili e delle libertà. Antimafia è una parola che, per l’Arci, nasce ricalcandone un’altra, altrettanto forte, della nostra storia: Antifascismo. Proprio come le forze e movimenti che si ritrovarono uniti a lottare contro l’ideologia totalitaria che avvelenava la società italiana erano diversi tra loro ma avevano in comune l’obiettivo di sconfiggere un regime violento e nemico, per definizione, della libertà, così l’Antimafia va intesa come l’insieme di tutti coloro i quali, pur con storie e provenienze diverse, si sono opposti e continuano a opporsi alla mafia.

Nel progetto Si CREA cercheremo di raccontare l’antimafia dei singoli e quella delle associazioni, quella storica delle organizzazioni popolari e quella, a volte controversa, delle istituzioni. Presupposto teorico dell’educazione alla legalità democratica è la convinzione che l’azione dell’antimafia consapevole e responsabile richiede un impegno su tutti i fronti e un ruolo attivo della società attraverso tutte le sue componenti, teso innanzitutto ad infittire il tessuto sociale, a ridefinire identità individuali e collettive, a creare condizioni perché uno sviluppo autentico, autonomo, autocentrato e sostenibile sul piano sociale, possa attecchire, a partire dalla produzione di beni relazionali quali la solidarietà, l’impegno, la cooperazione orizzontale, l’attivismo.

Fulcro centrale di tutte le attività di Si CREA sarà il concetto di bene comune, riferito ai beni confiscati alle mafie. I beni confiscati, infatti, possono configurarsi come nuovo ambito di sperimentazione sul tema dei beni comuni, partendo dall’assunto inconfutabile che il contrasto alla criminalità organizzata sia un interesse generale, attraverso azioni di cittadinanza responsabile, attiva e di partecipazione, grazie alla legittimazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Crediamo sia necessario, pertanto, un patto di collaborazione che sia sperimentato soprattutto insieme ai giovani studenti e studentesse, presentandolo come strumento di facilitazione di processi di rigenerazione di un bene confiscato, e cercando di unire un variegato mondo di attori del territorio attorno a questo scopo comune.

L’obiettivo è che i beni di natura privata criminale diventino laboratori di costruzione di una cultura della legalità e di un rinnovato sviluppo locale, nel segno della condivisione di benefici e responsabilità tra cittadini e pubblica amministrazione. Il patto di collaborazione, dunque, è idoneo a fornire un modello esportabile tanto nelle piccole realtà quanto nei più grandi contesti urbani, potendo ambire ad aprire una breccia per l’amministrazione condivisa anche nell’immenso potenziale racchiuso nei beni confiscati alle mafie. Per questi motivi un importante lavoro di conoscenza, approfondimento e sperimentazione si realizzerà, durante tutto il progetto, intorno al bene confiscato di Suvignano.

Non vogliamo lasciare che la testimonianza e la memoria siano l’unico fulcro dell’antimafia sociale, perché il rischio è che queste creino un alone emotivo forte, senza però tradursi in una pratica vissuta e senza creare moltiplicazione di prassi positive. Ogni azione progettata tiene quindi presente la sua compatibilità con un ruolo attivo degli utenti verso cui è indirizzata, altrimenti rischia di negare ciò che pretende di insegnare. Prima ancora che insegnare contenuti, deve essere mostrato un “processo”, un atteggiamento mentale compatibile con l’esercizio del protagonismo sociale. Su questi terreni l’Arci intende proseguire una strategia di coinvolgimento di tutti gli attori che fanno parte di una comunità, per raggiungere gli obietti sopra riportati.

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