Carovana Antimafie 2012, dal 12 al 23 aprile in Toscana

Carovana Antimafie 2012, dal 12 al 23 aprile in Toscana

Giorno per giorno, il nuovo viaggio della Carovana Antimafie per le città e i comuni della Toscana. Questa volta, tra i luoghi del caporalato e dello sfruttamento del lavoro. Ecco il Diario della Carovana 2012!
 La carovana partirà il 10 aprile da Roma e terminerà il suo viaggio il 5 giugno in Sicilia, con un’appendice di altri cinque giorni ad ottobre. In Toscana trascorrerà dodici giorni, dal 12 al 23 aprile. Animerà paesi e città. Farà tappa in alcuni dei beni confiscata alla criminalità organizzata: sono sessantuno in tutta la Toscana, ne saranno visitati simbolicamente tre a Massa e Cozzile, Uzano, Montecatini Terme, Buggiano e Larciano, ad Anghiari e Foiano. Si fermerà nei luoghi del capolarato, che non esiste solo nelle regioni del sud. Coinvolgerà i ragazzi e le scuole e si metterà a tavola, organizzando alcune cene dove saranno utilizzati (e venduti) i prodotti coltivati nei terreni strappati alle mafie, gli stessi dove da diversi anni, anche in collaborazione con la Regione, vengono organizzati campi di lavoro a cui partecipano centinaia di giovani e ragazzi toscani.”Questa esperienza – commenta l’assessore alle politiche sociali della Toscana, Salvatore Allocca – è l’esempio di come in quei luoghi dove la mafia ha spadroneggiato, in Sicilia e in Calabria, in Puglia o in Campania, si possa ricostruire una realtà, sociale ed economica, fondata sulla legalità e il rispetto della persona. In quei campi non solo si torna a coltivare prodotti a sostegno dell’economia locale, rispettando le regole, ma si producono anche anticorpi e vitamine contro l’illegalità: lo stesso obiettivo che ha la carovana, che mette al centro educazione e partecipazione, in un’edizione speciale che è anche un viaggio attraverso paesi al tempo del mutamento”.Le province che la carovana attraverserà in Toscana sono tante. Si parte il 12 aprile da Pisa, Pontedera, Cascina, Montopoli Valdarno e Calci. Il 13 aprile si sposterà a Follinica, Orbetello e Grosseto, quindi sabato 14 aprile a Massa Carra e domenica 15 aprile a Massa e Cozzile, Uzzano e Pistoia. Lunedì 16 aprile la carovana sarà a Prato, Montemurlo ed Empoli, martedì 17 aprile a Siena e il 18 a Rosignano Solvay e Cecina. Giovedì 19 aprile sono previste altre iniziative a Portoferraio, all’isola d’Elba, e a Venturina e San Vincenzo sulla costa. Il 20 aprile arriverà a Larciano, Buggiano, Montecatini Terme, Massa e Cozzile ed Agliana, quindi il 21 aprile a Poppi, Arezzo, Anghiari, Seravezza, Pietrasanta, Forte dei Marmi e Volterra per poi spostarsi domenica 22 aprile a Rosignano Marittimo, Collesalvetti e Calci e il 23 aprile a Scandicci e Firenze.Ad accompagnare i furgoni della carovana ci sarà una mostra, realizzata dalla Regione, sui campi antimafie del 2011, i programmi dei campi per la prossima estate e poi depliant e rapporti da sfogliare, per non dimenticare, come l’elenco dei nomi delle vittime di tutte le mafie o i dati delle morti bianche e delle morti sul lavoro. Dei dodici giorni sarà realizzato anche un diario quotidiano, che sarà pubblicato on line sul sito della Cgil (www.cgiltoscana.it) ed Arci Toscana (www.arcitoscana.it).- leggi il programma delle tappe toscanevai al diario giornaliero delle tappe toscana! Sono 61 i beni confiscati alla mafia in Toscana: nel 2010 erano 50FIRENZE. Sono 12.064 i beni confiscati alla mafia in tutta Italia. Il conto è aggiornato al 1 marzo e 61 di questi sono in Toscana: una regione che non è terra di mafia, diceva Caponnetto, ma dove la mafia c’è. Magari meno che altrove, ma c’è. Lo confermano le parole, appena dieci giorni fa, del sostituto procuratore della Dda di Firenze Ettore Squillace. “In Toscana non sono operativi organi stabili delle mafie, ma ci sono segnali da non sottovalutare” ha detto intervenendo alla presentazione del rapporto di Sos Impresa sulla criminalità.I sessantuno beni confiscati in Toscana sono uno spia: anche se possono sembrare pochi rispetto ai 5.242 siciliani, i 1819 della Campania, i 1699 della Calabria, i 1044 della Puglia, i 1031 della Lombardia e i 576 del Lazio. Proprio all’interno di alcuni di questi beni, ma anche nei luoghi del caporalato che è un’altra piaga da combattere e denunciare (anche in Toscana), farà tappa la carovana internazionale antimafie organizzata anche quest’anno da Arci, Libera, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, uil, Banca Etica, Ligue, Flare e Da sud.Gli immobili confiscati in Toscana alla criminalità organizzata erano 50 nel 2010: in due anni sono cresciuti di undici, un quinto contro meno di un decimo in tutta Italia. Tolta Grosseto, nessuna provincia fa eccezione. La maggior parte si trova a Pistoia (14) e Firenze (13). Seguono Massa-Carrara (8), Lucca (7), Arezzo (6), Prato e Siena (5 entrambi), Pisa (2) e Livorno (1).In Toscana mafia e criminalità organizzata hanno riciclato soldi sporchi acquistando alberghi, tra questi l’ex hotel Paradiso a Montecatino alto, ma anche negozi, locali notturni ed aziende, oppure prestando denaro ad usura o gestendo bische clandestine. Tra i beni toscani confiscati c’è la tenuta di Suvignano, centinaia di ettari destinati a produzioni pregiate e attività venatorie, ma anche case coloniche, fabbricati e due ville per ospitare turisti nel cuore della campagna senese. Si trova nel comune di Monteroni d’Arbia e fino a qualche anno fa era il più grande bene sequestrato alla mafia in tutto il centro e nord Italia. (w.f.) Dopo la carovana i campi antimafia: un altro modo per tenere i riflettori accesiFIRENZE. C’è chi è stato a Corleone e Canicattì, terre delle mafia in Sicilia, a coltivare viti e pomodori dormendo nell’appartamento che fu del boss Provenzano e nella casa dei Riina. Altri hanno trascorso una settimana o quindici giorni a Pentedattilo, borgo abbandonato in provincia di Reggio Calabria, due chilometri di tornanti sopra il mare azzurrissimo di Melito Porto Salvo, nei campi strappati alla potente ‘ndrangheta. E poi altri ancora in Puglia e Campania, sulle terre della Sacra corona unita e della camorra.. Sono i ragazzi toscani, a centinaia, che ogni anno partecipano ai campi di lavoro organizzati da Arci e Cgil assieme a Libera e la Regione.Un’esperienza quasi unica in Italia, che anche la prossima estate sarà riproposta. I primi campi apriranno a Corleone il 28 aprile, il paese siciliano che sorge in mezzo al nulla (o quasi), patria di santi, boss mafiosi ma anche eroi come Placido Rizzotto. E le partenze proseguiranno fin quasi alla fine di ottobre. Ci saranno campi e laboratori in Sicilia (a Corleone, Canicattì e Catania), in Calabria (a Melito Porto San Salvo e Riace), in Puglia (a Torchiarolo e Bari) e in Campania (a Parete). Laboratori sulla legalità saranno organizzati pure in Toscana (a Carrara, Cecina, Serravalle pistoiese e Sant’Anna di Stazzema), in Lombardia (Colico) e in Liguria (Ventimiglia).I posti a disposizione in Sicilia sono 350, una cinquantina in Calabria, altri 140 in Puglia e 60 in Campania. Quasi non bastano a coprire ogni anno le richieste. E già questo la dice lunga sul successo di un’iniziativa che non ha neppure troppo bisogno della pubblicità per promuoversi: basta a volte il solo tam tam dei ragazzi. Quest’anno una particolare attenzione sarà dedicata anche agli stili di vita e alla sostenbiibilità ambientale, a cominciare dai prodotti a chilometri zero nei menu di ogni giorno e i piatti in ceramica e i bicchieri di vetro sulla tavola. Ragazzi di culture ed età diverseMa chi partecipa ogni anno ai campi di lavoro? Sono giovani tra 16 e 30 anni, ragazzi ma soprattutto ragazze, e provengono da quasi tutta la Toscana. Ragazzi di mondi e culture diverse, a volte già impegnati nel volontariato ma anche alla prima esperienza. Ragazzi che fanno attività nelle case del popolo e nelle parrocchie oppure con gli scout dell’Agesci. Ragazzi che per una settimana o quindici giorni volentieri prestano le loro braccia per dissodare i campi e dunque offrono un aiuto concreto con manodopera che si aggiunge a quella dei lavoratori delle cooperative del posto che sui terreni strappati alle mafie lavorano tutto l’anno. Ragazzi che vogliono capire, che al mattino lavorano nei campi e la sera fanno magari animazione. Ragazzi che con il loro impegno permettono di tenere un riflettore sempre acceso e rompere l’isolamento di una terra su cui, a volte con fatica, si sta riaffacciando la speranza. La mattina nei campi, la sera a fare animazioneColtivano pomodori e peperoni, melanzane e zucchine, uva e alberi da frutto, a seconda del posto. Ogni campo ha la sua vocazione. Negli occhi a fine giornata, lo sa bene chi c’è stato, si legge la stanchezza fisica, ma anche tanta soddisfazione. Ci si alza la mattina presto: ore ed ore con la schiena curva, a strappare erbacce, riempire cassette o ad accudire le piante. Nel primo pomeriggio ci si riposa. Poi iniziano gli incontri o le visite ai luoghi della memoria, dove molti che si sono opposti alle mafie sono morti. Per poi la sera fare animazione nei paesi che li ospitano.

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